Famiglia

Adozioni: un’associazione di figli. Nati sotto X: sfoghi e ricerche in Rete

Si chiama "figli adottivi e genitori naturali". Due anni fa era solo una community virtuale.

di Benedetta Verrini

“Aiutatemi a trovare mia madre”. “Il mio sogno più grande è trovare la mia famiglia d?origine”. “Grazie a tutti voi il mio sogno si è avverato!”. Chi cerca le proprie origini, in Italia, da qualche anno ha un luogo dove raccontarsi e trovare consigli. Uno spazio virtuale, una community intitolata Figli adottivi e genitori naturali. “Da quando è stata creata, nel giugno 2000, moltissime persone si sono registrate. Si tratta per lo più di figli non riconosciuti, nati in Italia negli anni 50, 60 e 70. Uomini e donne che, per svariati motivi, cercano il loro punto d?origine”, spiega Lisa Di Fiore, fondatrice della community. C?è chi ha coronato il sogno Lisa ha 43 anni, è mamma di 4 figli e si definisce “una figlia adottiva felicissima”. Però, a un certo punto della vita, ha avuto bisogno di porsi il problema delle radici. “Sapevo di non essere stata riconosciuta alla nascita e ho iniziato a fare qualche ricerca, che per ora non mi ha condotta a risultati”, spiega. “Navigando su Internet, però, mi sono resa conto che non esisteva nulla di specifico riguardo ai figli adottivi, ma quasi tutta l?offerta era rivolta ai genitori. Così è nato Figli adottivi e genitori naturali, sulla piattaforma di Msn: uno spazio per confrontarsi e rendere pubbliche le proprie ricerche”. Il gruppo è diventato subito uno spazio dinamico: oltre al forum è stato creato un registro che oggi conta circa 200 schede con i dati e le fotografie di persone alla ricerca della propria origine. E alcuni, grazie ai consigli della community e a un?incrollabile forza di volontà, sono riusciti a coronare il sogno: è successo a John P. Campitelli, referente del gruppo, che ha ritrovato in Italia la sua madre naturale dopo essere stato adottato da una coppia americana. Anche a Patrizia, che il 22 agosto ha affidato a Internet la foto più bella, quella del suo incontro “con fratelli e genitori di nascita”, che la ritrae in montagna con la famiglia “ritrovata”. “Spesso si crede che la necessità di risalire ai propri genitori naturali sia una fantasia adolescenziale, un atteggiamento da immaturi”, riflette Lisa Di Fiore. “In alcuni casi può essere vero, ma più spesso alla ricerca vera e propria si arriva con la piena maturità. Credo che risalire alle proprie radici sia un diritto fondamentale, e non solo perché è giusto sapere qual è stata la storia di chi ti ha messo al mondo, ma anche per essere a conoscenza di eventuali malattie familiari”. Da virtuali, alcune amicizie della community sono diventate anche reali, con appuntamenti nelle varie città italiane, per raccontarsi meglio e scambiarsi consigli. “A marzo Figli adottivi e genitori naturali è diventata associazione, per avere una veste più ufficiale”, prosegue la Di Fiore. L?obiettivo è arrivare a una modifica della legge 149/2001, “perché ha previsto la possibilità di risalire alle origini per i figli riconosciuti alla nascita”, spiega, “ma per i figli non riconosciuti non ha previsto nulla, lasciando diverse generazioni di adottati nell?ombra. Chi, come me, desidera risalire alle proprie origini si trova nell?impossibilità di effettuare un percorso di ricerca del tutto legale, anche perché sono previste sanzioni penali per i dipendenti pubblici che danno informazioni”. Dagli Usa un buon modello E la privacy di chi ha deciso di partorire nell?assoluto anonimato? “Rispetto pienamente questo diritto”, precisa la Di Fiore. “Proprio per questo è giusto regolamentare e rendere trasparente il percorso di chi, nonostante questo, intende risalire alle proprie origini. Negli Usa, ad esempio, hanno creato una figura pubblica di intermediario, che possa accompagnare i figli nella ricerca e nell?eventuale incontro con i genitori naturali. Siamo consapevoli che tocchiamo situazioni delicatissime, perciò non vogliamo proporci nel dibattito con arroganza. Chiediamo solo che anche i nostri diritti vengano tutelati, e che l?opinione pubblica sia finalmente sensibilizzata”. Info: Per saperne di più o per entrare a far parte della community: www.faegn.it


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